l'orsa di mezzo

Perché tra il maggiore e il minore non c'è un buco nero


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Fiesta!

Sempre quella sensazione di vivere su un crinale. Sempre in allerta, come se rilassandoti del tutto fossi certa di rotolare giù, da una parte o dall’altra.
Sempre quell’attesa sorniona della punizione per qualche brumosa colpa non meglio identificata, ma che di sicuro hai commesso. Fosse anche solo per il fatto di aver avuto, finora, una vita tutto sommato tranquilla, tanto che per portarti avanti cominci a punirti un po’ da sola, come facevi da ragazzina, quando per paura di cadere durante una discesa particolarmente aspra sugli sci o sui pattini a rotelle, ti buttavi a terra da sola, sfracellandoti peggio che per una caduta accidentale.
Avanzi maleolenti di educazione cattolica?
Scarsa autostima?
Poco importa, in fondo. In nessuno dei due casi vale la pena di addentrarsi troppo. Si rischia di conciarsi come quelle sonde che vengono infilate nelle colonne degli scarichi per trovare le falle.
Sempre faccende merdose, sono.

Meglio sdrammatizzare con  una bella vacanzina in centro Italia con due amici.
Di cui una russa.
E l’altro russa.

Beh.
Lei è un gran bel pezzo di blogger; oltre che un’esperta di lingue dall’eloquio affascinante avrebbe potuto diventare una “personal shopper” di successo (un paio di clienti li avrebbe trovati soltanto in quel weekend).
Lui è blogger da un bel pezzo, anch’egli molto in confidenza con le parole, ma per ragioni diverse. Per essere un noto  insonne dorme tantissimo, e per farlo sapere a più gente possibile si diletta in performances  sonore degne di un vero musicista industriale.
Tu, per sopperire alla deficienza di qualità personali, ti presenti accompagnata da alcuni prodotti tipici della tua zona: salumi, formaggi, dolci, diluvi parauniversali.

Gozzovigliate allegramente fino a tarda notte, a suon di Vignanello doc e soci.
Il mattino dopo, nonostante le stanze impregnate di luce, non fate nemmeno una piega ma quando la festa patronale dell’ameno paesello esplode letteralmente facendo tremare la casa più e più volte, ti svegli di botto (è il caso di dirlo) convinta che sarebbe il caso di cercare subito un rifugio antiaereo, se solo i fumi dell’alcol ti permettessero di capire dove cacchio sei. Forse a Gaza?
Mai avresti pensato che potesse esistere gente che festeggia sparando bombe in cielo in pieno giorno.
Ora lo sai: esiste. E lo fa per due giorni di fila, di cui il secondo al mattino presto. Giusto per convincere gli increduli.

La zona però è molto bella.
Sono luoghi che trasudano storia, e amore per la terra.
Scopri una volta di più quanto può essere piacevole addentrarsi in territori gestiti in armonia e rispetto dell’ambiente naturale, quanto ti piace stare in compagnia di persone aperte e stimolanti, quanta deferenza provi verso l’arte.
Quanto te piace magnà bbene, soprattutto.
Impari dal simpatico custode di una chiesa, un po’ folle ad esser proprio pignoli ma infinitamente colto rispetto a te, che prima del Concilio di Trento il peccato era prerogativa femminile (ah, e dopo no?), per cui ti dici che, considerati i quasi cinquecento anni che son passati, forse è ora di gettare nell’umido gli avanzi maleolenti di cui sopra.
Entri così velocemente nello spirito goliardico del luogo che al terzo giorno, guardando un manifesto teatrale, ti par di leggere “Romeo e Porchetta”. Bah.
Le ore corrono via, metaforicamente parlando.
Gli amici, come in un futuribile orologio umano, sanno mettere le ali al tempo, e anche a te, visto che, contrariamente alle tue pessimistiche previsioni, riesci ad infilarti nel treno del ritorno al volo.

Se continui così finirà che un giorno o l’altro ci cadrai veramente, dal crinale.
In stato di ubriachezza.

esempio di futuribile orologio umano

esempio di futuribile orologio umano

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