Ebbene sì, sono viva. Abbastanza.
A differenza del protagonista del post precedente, il quale, constatato che non sarebbe mai riuscito a raggiungere il portoncino di casa mia per andare a chiedere aiuto al vicino dal pollice verde VERO, si è suicidato.
Peggio per lui. Tsk.
Se avesse tenuto duro magari mezzo bicchierino d’acqua prima o poi gli sarebbe toccato.
Certo che la vita è strana.
Sta lì, sorniona, a farsi sfidare di continuo e tirare per la giacca senza dire niente da una che non ne ha mai abbastanza e poi, non appena quella tizia lì mai contenta ha raggiunto il traguardo di turno e si sta giusto giusto apprestando a rilassarsi un momentino, lei TRATRAK, le spara fuori un colpo gobbo da ricordarselo per un bel pezzo.
E protestare prima? No?
In effetti non è vero che la vita è stata buona buona, perché di proteste e avvisaglie sotto forma di intoppi di ogni sorta ne erano arrivate parecchie, ma quando una nasce sagittario ascendente ariete, non so se mi spiego, e va dritta per la sua strada a testa bassa bruciando e calpestando ogni ostacolo osi pararsi tra lei e il suo obiettivo, non è che sta lì a valutare e ponderare eventuali segnali negativi del destino, e se lo fa lo fa per poco, perché poi si sente idiota e superstiziosa (cioè idiota), nonché passiva (non sia MAI!) e ricomincia a triturare macigni e a far volare nemici come Obelix nei suoi giorni migliori.
Ma mi spiego.
Volevo cambiare lavoro. Complicandomi non poco la vita ma auspicando maggiori soddisfazioni.
Ci sono riuscita, mettendoci UN ANNO e combattendo contro una serie infinita di avversità.
Prima di tutto il mio capo non ne voleva sapere (e qui violo la mia abituale modestia affermando che la capisco) ma anche quando lei ha visto fallire tutti i suoi tentativi di boicottaggio e se ne è fatta finalmente una ragione, ne sono successe di ogni.
Ma ce l’ho fatta!
E quando finalmente approdo trionfante al nuovo ufficio, esausta ma felice come una megattera che dopo aver attraversato il Pacifico infila il ghiotto musone in un banco di aringhe, che succede?
Che mi ammalo.
E mi sparo la più lunga assenza per malattia della mia carriera lavorativa: otto giorni OTTO, dopo averne fatti solo sei di lavoro.
Cosa che costituirebbe un’onta della peggior specie (e non è stata affatto facile da digerire), per una che si dà tanto da fare per essere una persona brava ma così brava che più brava non si può, se non fosse che di recente ho visto accadere ai miei amici cose talmente tremende da fare alla mia scala di valori quel che un bebè fa a una torre di cubettoni colorati.
Capita, a quelli della mia età e oltre, di dire: “Ah, se potessi avere il corpo di quando ero giovane con la mente di adesso!”, come se la saggezza acquisita negli anni potesse aiutare a sfruttare meglio le opportunità, ma non è così, perché insieme alla saggezza si acquisiscono consapevolezza, disincanto, cinismo. Fottuta paura.
Tutte cose che influenzerebbero ancor più dell’ingenuità, con esiti devastanti.
Dai ragazzi c’è molto da imparare.
Basta osservarli, ascoltarli, star con loro e alzare ben bene le antenne.
Si diventa vecchi quando si smette di frequentare i giovani.
Per stare meglio nel corpo che ho adesso, e che avrò più in là, voglio assorbire un po’ della loro capacità di credere che andrà tutto bene, e della loro meravigliosa incoscienza, di cui ho grande nostalgia.
16 marzo 2015 alle 19:47
«Fottuta paura», scrivi.
Sì, è proprio così.
16 marzo 2015 alle 21:44
L’ho aggiunta dopo il punto perché mi è venuta in mente mentre scrivevo la riga successiva. E ho visto che stava bene così. Sola, perché quando arriva lei tiene tutto il posto.
16 marzo 2015 alle 19:47
Hai il mio pieno sostegno, anche se l’assunto per cui “si diventa vecchi quando si smette di frequentare i giovani” mi ha ricordato un pochino Silvio (ok, “LE giovani”, nel caso specifico 😉 )
16 marzo 2015 alle 19:55
Grazie Tullio, come farei senza di te?
Mi hai ricordato un’altra cosa che si acquisisce con l’età: l’incommensurabile senso di schifo che si riesce a provare nei confronti di altri.
17 marzo 2015 alle 9:02
Sì, indurre al senso di schifo è una mia specialità 😀
17 marzo 2015 alle 22:05
Ahahah. Sciocchino.
17 marzo 2015 alle 16:00
ti capisco molto bene, anche per me questo è un periodo particolare in cui mi è successo qualcosa di simile a te: in prossimità della realizzazione del mio più grande sogno, sto avendo dei problemi di salute (per fortuna non troppo gravi) ma soprattutto trabocco di paranoia ( = fottuta paura)
quanta pazienza che ci vuole…
17 marzo 2015 alle 22:04
Ma veramente. Io poi trovo tutto, in generale, sempre più faticoso.
In bocca al lupo per la salute e per il sogno più grande!
19 marzo 2015 alle 17:34
grazie, e in bocca al lupo anche a te, spero che il nuovo lavoro ti dia grandi soddisfazioni!
23 marzo 2015 alle 21:42
🙂