L’universo pullula di stelle scadenti.
Individui forniti da mamma Natura (che quel giorno era particolarmente simpi, come direbbe mia figlia) di tutti gli ingredienti necessari per brillare in qualsiasi ambito, dalla carriera allo sport, dallo spettacolo all’arte o alla scienza ma sbilanciati da altri che al momento di spiccare il grande salto li han no fatti inciampare nei lacci delle scarpe.
In certi abbinamenti, tipo: prestanza fisica/pigrizia, talento/incapacità di vendersi, buon gusto/povertà, abilità/sfiga, la Genitrice dimostra un sadismo che neanche il presidente Snow di Hunger Games.
Laddove l’ambizione e il merito si scontrano con l’esitazione, la modestia, l’autostima carente, avversari senza scrupoli o anche soltanto un’infallibile sfortuna, e soccombono, nasce una stella scadente.
Persone meritevoli che arrivano sempre seconde quando il posto è uno e se c’è un podio, quarte. Dei Leonardo Di Caprio qualunque, insomma.
Astri mancati che passeranno il resto della vita a raccontarsi che va bene così.
Dedicandosi con impegno e autoironia a convincersi che l’importante è essere bravi dentro, per poi scoprire che è vero; a gioire delle piccole cose, che son davvero tante e generose, se uno le sa vedere.
E chiedendosi qualche volta, in segreto, come sarebbe stato se.
4 marzo 2014 alle 22:02
Bell’inizio.
5 marzo 2014 alle 8:58
Grazie. Siachiaro che io non avevo nessuna voglia. L’ho fatto solo per tenere allenate le mie cellule cerebrali: Gina, Pina e Lina.
5 marzo 2014 alle 21:21
Dici che qui starai meglio?
Beh… io te lo auguro.
Una casa nuova potrebbe servire.
5 marzo 2014 alle 21:29
Ma ciao euri! Che bella sorpresa. Non so se starò meglio o peggio. Nell’attesa di scoprirlo, sto.
6 marzo 2014 alle 8:19
Siamo tutti stelle a scadenza.
6 marzo 2014 alle 10:53
Eccolo!!! Certo, ma noi siamo siamo caduti nei conservanti da piccoli.
6 marzo 2014 alle 10:34
No. Proprio no. Mica ci possiamo accontentare di essere belli dentro. Di prenderci il piccolo perché il grande è dei capibranco. Di stare sempre in seconda fila perché qualcuno, un’ora fa ha lasciato il cappello in prima e se n’è andato al bar.
Via il cappello. Prendiamoci tutto.
6 marzo 2014 alle 10:51
Prego, si accomodi, io sto dietro, che si vede meglio!
Ah, sotto il cappello ci avevo messo una manciata di puntine da disegno…
6 marzo 2014 alle 11:17
Non ci siamo 🙂
6 marzo 2014 alle 14:54
A questa frase manca una parola, mi sa. Era forse “seduti”?
6 marzo 2014 alle 15:07
Seduti. Seduti.
6 marzo 2014 alle 12:42
interessante, la prospettiva del gregario. seguo gli sviluppi con curiosità.
6 marzo 2014 alle 14:57
Il gregario è alla ricerca continua di nuove prospettive, essendo per definizione colui che di fronte a sé ha, prima di tutto, le chiappe di un altro.
6 marzo 2014 alle 16:17
Ossimori viventi. Ma una stella che scade non fa la scia, vero? Puzza solo un po’? Vado a lavarmi 😀
6 marzo 2014 alle 20:02
Coraggio, almeno le stelle brillano di luce propria. Per quelle scadenti è solo questione di risparmio energetico
Di Caprio non è un problema ( a me non piace, preferisco Javier Bardem), basta infilare gli occhiali da sole.
7 marzo 2014 alle 11:42
Ciao Annalisa, allora sono stelle virtuose!! Detto tra noi, Di Caprio non piace neanche a me.
7 marzo 2014 alle 11:39
Non so se scegliere la scia che si vede o quella che si sente… quale delle due è in offerta?
7 marzo 2014 alle 17:16
l’offerta vale 2×1. In tempi di crisi tutti fanno sconti, quindi vediamo e sentiamo.
7 marzo 2014 alle 18:24
Ottimo. Quindi in definitiva la stella scadente nessuno se la fila nonostante emetta un scia visibile e pure fetente.
6 marzo 2014 alle 21:19
Ho smesso da un pò di ragionare sulle Sliding Doors, per dedicarmi ostinatamente all’apertura di tutti gli sgabuzzini chiusi (e di cui ho perso la chiave) dell’anima. Piuttosto mi chiedo, ma le stelle scadenti si osservano con lo stelescopio? Quando le si vede scadere, bisogna esprimere uno sdesiderio? Quando scadono, da dove scadono e verso dove continuano a scadere? So che da te non avrò risposte ma una confortevole presenza. Che tu di scadente, non hai nulla.
7 marzo 2014 alle 11:44
Tu mi commuovi, Max. Sei accecato dall’affetto, o forse ti è caduto un pezzo di stella in un occhio. Quanto agli sgabuzzini, sfonda le porte con un cazzotto, e poi lasciale aperte, così l’aria circola. 🙂
7 marzo 2014 alle 13:05
La parabola della stella scadente è molto romantica. Tuttavia è un percorso a termine con la data di scadenza sul retro. Invece noi stelle outsiders siam diverse, stiamo in prima fila negli spettacoli deserti e arriviamo sempre primi nelle competizioni dove non c’è nessun oltre noi, o tutti gli altri si sono ritirati per tempo.
7 marzo 2014 alle 18:32
Tutti hanno interpretato “scadente” come participio presente e non come aggettivo. Chissà cosa sarebbe successo se avessi intitolato questo blog “l’orsa mediocre”, come intendevo fare fino a poco tempo fa… però, coraggiose, voi stelle outsiders!!
7 marzo 2014 alle 18:33
p.s. complimenti per il nome! 😉
8 marzo 2014 alle 17:02
Ah! Io pensavo alla legge di gravitazione universale, cioè se scade scade. Che si tratti di un oggettino o di un particolato non importa, il tanfo lo fa lo stesso.
7 marzo 2014 alle 19:34
Mi piace qui, già dal commento che hai lasciato sul (bel) post di intesomale (su discutibili.com) era tutto chiaro…
Ti seguo.
7 marzo 2014 alle 22:49
Occhio (mi pare appropriato) a schivare la scia puzzolente.
9 marzo 2014 alle 11:14
Tranquilla, stella (mi pare appropriato), anche quella fa parte del gioco…
9 marzo 2014 alle 22:21
Anvedi.
Pensavo che eri già scaduta di là, invece sei venuta a scadere qui.
Mah…
10 marzo 2014 alle 9:46
Ciao, Alfred. L’importante è rimanere fedeli a se stessi, in qualunque frigorifero si vada ad abitare.